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Mac de pan (di solo pane). L’alimentazione povera nelle valli occitane cuneesi. Ricette, testimonianze, proverbi (Poor food in the Occitan valleys of Cuneo. Recipes, testimonies, proverbs) by Fulvio Basteris, Beppe Garnerone. Centro occitano di cultura Detto Dalmastro.
Type | Paperback |
Year | 2011 |
Language | Occitan + Italien |
Pages | 160 |
Format | 17 x 24 cm |
Distributor | Edizioni centro occitano di cultura - Castelmagno |
Mac de pan (di solo pane) - L’alimentazione povera nelle valli occitane cuneesi - Ricette, testimonianze, proverbi - Fulvio Basteris, Beppe Garnerone
In the present study, Fulvio Basteris and Beppe Garnerone conduct a detailed survey on feeding in the Occitan valleys of the province of Cuneo, which, more than other sectors of life, represents and exposes the faithful situation of certain socio-economic conditions.
The study of the documents on the living conditions of the Alpine populations of the last two centuries highlights a profound poverty, evidenced very well by the monotony of food and ingredients, and also shows that the society of the Occitan valleys has not undergone substantial changes until the beginning of the '900, when the great migratory movement towards the plain led to profound changes in the social and economic structure of the valleys.
The book is divided into three parts: in the first one there are numerous traditional recipes (polenta, pasta, soups, omelettes, cheese, eggs, etc.); in the second one there are the testimonies of the inhabitants of the valleys that narrate moments of life and eating habits; finally, the third part contains numerous proverbs and sayings related to food. The presentation of Mario Soldati, the Introduction and the final Bibliography complete the text.
Nel presente studio Fulvio Basteris e Beppe Garnerone conducono una dettagliata indagine sull’alimentazione nelle valli occitane della provincia di Cuneo, la quale, più di altri settori della vita, rappresenta ed espone la situazione fedele di determinate condizioni socio-economiche.
Lo studio dei documenti sulle condizioni di vita delle popolazioni alpine degli ultimi due secoli mette in evidenza una profonda povertà, testimoniata molto bene dalla monotonia dei cibi e degli ingredienti, e dimostra inoltre che la società delle valli occitane non ha subito sostanziali modifiche fino agli inizi del ‘900, quando il grande movimento migratorio verso la pianura determinò profondi cambiamenti nella struttura sociale ed economica delle valli.
Il volume è articolato in tre parti: nella prima sono raccolte numerose ricette tradizionali (polenta, pasta, minestre, frittate, formaggi, uova, ecc.); nella seconda sono riportate le testimonianze degli abitanti delle valli che raccontano momenti di vita e abitudini alimentari; la terza parte, infine, contiene numerosi proverbi e modi di dire legati al cibo. Completano il testo la Presentazione di Mario Soldati, l’Introduzione e la Bibliografia finale.
Centro occitano di cultura "Detto Dalmastro", Castelmagno.
Summary (INDICE):
INTRODUZIONE DEGLI AUTORI 5
PREFAZIONE di MARIO SOLDATI 7
PRESENTAZIONE - STORIA E FAME di Fulvio BASTERIS 9
PARTE I - I MANJAR (LE RICETTE) 21
CAPITOLO 1 Per encoumensàr (Presentazione) 23
CAPITOLO 2 La poulento (La polenta) 29
Il grano saraceno 35
CAPITOLO 3 La pasto (La pasta) 39
CAPITOLO 4 'es mnestres (Le minestre) 47
CAPITOLO 5 La charn (La carne) 57
'es lumases (Le lumache) 63
Lou chat (11 gatto) 64
CAPITOLO 6 Fritaas e countourn (Frittate e contorni) 65
'es insalates (Le insalate) 72
CAPITOLO 7 'es erbetes (Le erbe alimentari) 73
CAPITOLO 8 I uou (Le nova) 85
CAPITOLO 9 I fourmage (I formaggi) 91
Il testo del D.P.R. n. 16 del 1982 (Doc al Castelmagno) 96
CAPITOLO 10 Chastanhes (Castagne) 99
CAPIIOLO 11 I clous (1 dolci) 105
PARTE II - `ES MEMORIES (TES TIMONIANZE) 113
«I bambini Grano felici quando si faceva il pane» (Maria Isoardi ved. Martini) 117
«La pelle di coniglio, riempita di paglia ed esposta alla porta, testimoniava
the era stato un giorno di grasso» (Anna Bruno) 120
«Vendevamo i capelli per mangiare» (T. Bruno) 123
«Mangiavamo il luvertin, l'asparago dei poveri» (Rita Barra) 124
«La polenta, il nostro piatto nazionale» (Lucia T.) 125
«A Natale ci regalavano i boumboarn d'la brocha» (Rosetta Tallone) 126
«1 fagioli, the la gente chiamava la came del povero» (M. Martini) 127
«L'odore della polenta si spandeva col fumo» (Fam. Martini) 128
«Frittate chc tingevano di verde le mani» (Bartolomeo Musso) 131
«Si faceva anche la farina di castagne» (Margherita Dalmasso) 133
«Anche senza le bistecche c'erano lo stesso uomini forti» (A. Giuliano, L. Chiotti) 134
ALCUNE TESTIMONIANZE BREVI 137
«Quando qualcuno si ammalava, si ammazzava una gallina» (L. Dalmasso)
«Le rape venivano mangiate fritte» (Giovanna Grosso)
«Coniglio e gallina con insalata erano una grande novità» (Caterina Beltritti)
«Il pane nero era il primo, il seconda e il dolce» (Bartolomea N.)
«Solo il padre poteva bere ogni tanto vino e Gaffe» (Elisabetta Paracchiera)
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